I giapponesi sono, per tradizione millenaria, punto di riferimento per le tecniche di lavorazione del legno ed anche per la produzione di attrezzatura specifica da lavoro, sia manuale che elettrica.
- Per quanto riguarda il taglio, per segare velocemente, senza rumore, con minor polvere, realizzare incastri eccetera, viene istintivo utilizzare una sega a mano: sono un fautore e utilizzatore delle seghe di produzione giapponese, da quando, per curiosità, ho voluto provarne una.
E’ stato il classico amore a prima vista e da allora utilizzo solo questi tipi di attrezzi per il taglio del legno.
Ogni sega ha un suo utilizzo specifico
Un aspetto importante quando si utilizza una sega a mano, a prescindere dalla sua provenienza produttiva, è la scelta della stessa: si potrebbe credere, infatti, che possa bastare una sola sega per eseguire più tagli diversi.
In realtà esistono seghe per il taglio lungo vena, traverso vena, obliquo, specifiche per incastri come i tenoni, le code di rondine, oppure per la potatura, il taglio di tronchi, per sfettare tavole.
Non è un fatto commerciale: ci sono differenze sostanziali fra queste seghe, di carattere più tecnico, che non riguardano soltanto la lunghezza della lama.
Le caratteristiche di una lama
Il numero di denti presenti sulla lama determina il TPI (acronimo inglese per tooth per inch – denti per pollice): minore è questo numero è più grossolano risulterà il taglio, rivolto principalmente al taglio lungo vena e per sfettare la tavola (ridurre la profondità).
La distanza fra ogni singolo dente è invece chiamata passo: è strettamente connesso al valore di TPI e, come effetto nel taglio, facilita l’estrazione della segatura diminuendo la pressione della lama sul legno.
Vi è poi la stradatura dei denti, cioè la piegatura alternata degli stessi rispetto alla lama: aumentando lo spessore si determina un taglio leggermente più largo rispetto al dorso della lama, che si traduce in minor attrito, minore sforzo e un’azione di taglio più efficace soprattutto per i tagli traverso vena.
Utilizzare lame per scopi diversi rispetto a quelli previsti comporta uno sforzo maggiore, qualità di taglio scadente, perdita più rapida dell’affilatura, con una conseguente sostituzione prematura della sega oppure la re-affilatura della stessa, quando possibile.
Un taglio a tirare
La principale caratteristica della sega giapponese è che l’azione di taglio si verifica mentre l’operatore la tira, non mentre la si spinge come avviene invece nelle seghe occidentali, più conosciute ed utilizzate nel nostro Paese.
Cosa comporta? La spinta necessita che la lama sia più robusta per avanzare nel legno, quindi più attrito e forza necessaria per tagliare.
Al contrario, il tiro, richiede uno spessore minore della lama, con conseguente minor attrito e sforzo: quando si utilizza spesso la sega a mano questa caratteristica è, già da sola, una benedizione.
Minor attrito significa anche un taglio più pulito, partendo comunque dal presupposto fondamentale che, come qualsiasi strumento da taglio, anche la lama di una sega deve essere ben affilata.
Vi è poi un altro aspetto, credo più soggettivo, riguardante l’impugnatura e l’ergonomia dell’attrezzo: le seghe giapponesi, infatti, si distinguono per la caratteristica forma dritta e lunga dell’impugnatura, possibile proprio per il minor sforzo di taglio che comporta l’utilizzo di questi attrezzi.
La mano, in questo modo, potendo avvicinarsi o allontanarsi rispetto alla lama, permette un controllo più preciso riducendo la possibilità di deviare dalla linea di taglio.
I principali modelli
Anche per le seghe giapponesi vi è una scelta che copre la totalità degli impieghi previsti.
Le principali sono:
- Ryoba: la più versatile, poichè ha la dentatura su entrambi i lati, una per il taglio lungo vena, l’altro per quelli a traverso.
- Dozuki: la lama più sottile, rinforzata da un dorso superiore, utile per incastri, code, tenoni; la presenza del dorso limita la profondità di taglio.
- Kataba: lama senza dorso, più spessa di una Dozuki, si trova si in configurazione per tagli lungo vena, sia traverso.
- Azebiki: doppia dentatura, con lama corta, e affilatura anche all’inizio della lama, per tagli interni, ciechi, non passanti.
- Kugihiki: seghe da pareggio.
Oltre, ovviamente, a tutte le altre specifiche per lavori pesanti, potatura eccetera.
Caratteristica davvero interessante è la possibilità di poter scegliere la lunghezza della lama: molti produttori hanno a catalogo misure compre tra i 20 e 30 cm per ogni tipologia di lama, ma esistono anche micro seghe da pochi centimetri per lavori di miniatura o grandissima precisione.
Artigianali o industriali: qualità e costi produttivi
Le seghe tradizionali sono fatte a mano da artigiani, con acciai di qualità, molto spesso forgiate, temprate e affilate a mano.
Tuttavia, il grosso della produzione avviene a livello industriale, con lame in mono fusione trattate al laser, non re-affilabili, comunque già di buon livello e dai costi molto inferiori.
A causa proprio del costo contenuto, quasi sempre queste seghe dispongono della possibilità di poter sostituire la lama mantenendo l’impugnatura: soluzione veloce e pratica per tutti.
Le seghe tradizionali, di produzione artigianale, invece, montano una lama fissa: sono adatte a persone che hanno già grande esperienza con l’utilizzo di questi attrezzi poichè, oltre al fatto che è necessario saperle affilare, risultano delicate e molto fragili.
La tempra, infatti, aumenta la durezza dell’acciaio, permettendo un’affilatura superiore e che durerà più a lungo, ma, allo stesso tempo, lo rende fragile ed un eventuale impuntamento della sega durante il taglio potrebbe spezzarla.
I miei consigli
Sebbene stiano riscuotendo sempre più riscontri positivi anche fra gli occidentali, l’acquisto di una sega giapponese non è sempre facile e quasi sempre si deve ricorrere a fornitori online, i quali vendono prodotti importati e costruiti direttamente in Giappone.
Fra tanti, cito il sito italiano R.M.A. tools e lo shop tedesco con sito in lingua italiana Utensili-Professionali.
I costi medi per l’acquisto di una singola sega giapponese partono da circa 30 Euro per le seghe industriali fino ad oltre 300 per una artigianale.
Investire molti soldi ha poco senso se non si dispone dell’esperienza necessaria, poichè, come già detto, le seghe tradizionali, seppur qualitativamente fantastiche, sono fragili e delicate.
La Ryoba è una ottima scelta per iniziare, poichè consente di poter effettuare i principali tagli utilizzando un unico attrezzo: con questa sega sarà possibile anche realizzare incastri, tagliare tenoni, per i quali, seghe specifiche sono raccomandabili ma non indispensabili, e consente inoltre di poter iniziare a fare pratica.
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